Nel 2013 la Commissione ha ritenuto che l'Italia non avesse ancora adottato tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla sentenza.
Nella sentenza del 2 dicembre 2014 la Corte UE asserisce, come noto, che l’Italia ha violato l'obbligo di recuperare i rifiuti e di smaltirli senza pericolo per l'uomo o per l'ambiente, che l'imposizione per il detentore delle scorie è di consegnarli ad un raccoglitore che effettui le operazioni di smaltimento o di recupero secondo le norme Ue.
L'Italia, constata la Corte:
- non ha garantito che il regime di autorizzazione istituito fosse effettivamente applicato e rispettato;
- non ha assicurato la cessazione effettiva delle operazioni realizzate in assenza di autorizzazione;
- non ha provveduto a una catalogazione e a un'identificazione esaustiva di ciascuno dei rifiuti pericolosi sversati nelle discariche;
- continua a violare l'obbligo di garantire che per determinate discariche sia adottato un piano di riassetto o un provvedimento definitivo di chiusura.
La Corte, fra l'altro, evidenzia in merito che:
- la mera chiusura di una discarica o la copertura dei rifiuti con terra e detriti non e' sufficiente per adempiere agli obblighi derivanti dalla direttiva "rifiuti";
- gli Stati membri sono tenuti a verificare se sia necessario bonificare le vecchie discariche abusive e, all'occorrenza, sono tenuti a sanarle;
- si ricorda all'Italia, il sequestro della discarica da bonificare e l'avvio di un procedimento penale contro il suo gestore non costituiscono misure sufficienti.
Alla luce di tutto ciò oltre ad una somma forfettaria di 40 milioni di euro, la Corte Europea ha inflitto all'Italia una penalità, iniziale, di 42,8 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell'attuazione delle misure necessarie a dare piena esecuzione alla sentenza del 2007.
Tale penale verrà liquidata dall’Italia sino alla permanenza in stato di infrazione di ciascuna discarica, ma dalla somma globale saranno detratti, per ogni sito che nel frattempo fosse posto a norma e su richiesta avvalorata dalla documentazione probante, i sotto indicati importi semestrali:
- € 400.000 per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi;
- € 200.000 per ogni altra discarica.
La sentenza di condanna riguardava n. 200 discariche:
- 198 discariche dichiarate non conformi alla direttiva 75/442 e alla direttiva 91/689 per le quali sono necessarie operazioni di bonifica per dare completa esecuzione alla sentenza;
- 2 discariche dichiarate non conformi alla direttiva 1999/31, per le quali occorre dimostrare l'approvazione di piani di riassetto oppure l'adozione di decisioni definitive di chiusura.
il 24 marzo 2017 il Governo decide di nominare un commissario per portare velocemente a risoluzione la stituazione, vengono così commissariti 81 siti con tre diversi provvedimenti Governativi:- delibera DPCM del 24 marzo 2017 per 58 siti di discarica
- delibera DPCM del 22 novembre 2017 per 22 siti di discarica
- delibera DPCM del 25 luglio 2019 per 1 sito di discarica