ECOMAFIA 2024: LE STORIE E I NUMERI DELLA CRIMINALITÀ AMBIENTALE
“Il resoconto Ecomafia di Legambiente è divenuto un lavoro inestimabile per esaminare i fatti criminali connessi al business ambientale, partecipare vuol dire non smettere di parlarne; discutere e dibattere tra cittadini e addetti ai lavori, vuol dire raccontare e testimoniare l’impegno comune per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della legalità.”
Gen. B. Giuseppe Vadalà
17 marzo 2025, Napoli – Nella mattinata odierna, presso la Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli si è tenuto una tavola rotonda per discutere sui numeri e sul fenomeno delle della criminalità ambientale in Italia, iniziativa a corollario del rapporto ecomafia 2024 (dal 1994) trent’anni di impegno” di Legambiente.
Oltre al Commissario unico per la bonifica Gen. B. Giuseppe Vadalà hanno partecipato, in ordine di intervento:
- Padre Antonio Loffredo – Direttore Museo Diocesano di Napoli
- Anna Savarese – del Direttivo Legambiente Campania
- Enrico Fontana – Responsabile dell’osservatorio Nazionale Ambiente Legalità di Legambiente
- Nicola Gratteri – Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli
- Giulio Vanacore – Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Napoli
- Michele di Bari – Prefetto di Napoli
- Pasquale Starace – Colonello dell’Arma dei Carabinieri, Comandante del Gruppo Tutela ambientale e sicurezza di Napoli
- Mariano Di Palma – referente Libera Campania
- Mariateresa Imparato – Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli
- Jaciopo Morrone – Presidente della commissione parlamentare sulle attività connesse al ciclo rifiuti
- Stefanao Ciafani – Prescindete Legambiente nazionale
Queste le parole del Gen. Vadalà a margine dell’evento: “Il Resoconto Ecomafia di Legambiente è divenuto un lavoro inestimabile per esaminare i fatti criminali connessi al business ambientale che, come ci riportano i dati di quest’anno, non interrompe il suo ciclo nel nostro Paese, partecipare quindi, vuol dire non smettere di parlarne. Discutere e dibattere tra cittadini e addetti ai lavori, vuol dire raccontare e testimoniare l’impegno comune per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della legalità. Le ecomafie esistono e dobbiamo eliminarle con tutte le nostre forze, anche gli eventi di discussione e informazione sono preziosi strumenti per sensibilizzare e combattere il malcostume e le illegalità,”
Dal Rapporto si evince che (https://www.legambiente.it/rapporti-e-osservatori/rapporto-ecomafia/): <Dal 1994, in collaborazione con le forze dell’ordine, Legambiente aggiorna il quadro delle attività della criminalità ambientale in Italia. In questi 30 anni il lavoro si è sviluppato su più fronti e non si è mai fermato, dall’analisi di focus specifici al rafforzamento delle collaborazioni istituzionali. Il Rapporto Ecomafia è diventato sempre più un’opera omnia per analizzare nei minimi dettagli i fenomeni criminali legati al business ambientale che non smette di colpire l’Italia.
A dimostrarlo è l’aumento dei reati ambientali che nel 2023 salgono a 35.487, registrando +15,6% rispetto al 2022, con una media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora. Illeciti che si concentrano soprattutto nel Mezzogiorno e in particolare nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa – Campania, Puglia, Sicilia e Calabria – dove si concentra il 43,5% deli illeciti penali, +3,8% rispetto al 2022. Tutto il mercato illegale nella Penisola è valso agli ecomafiosi nel 2023 ben 8,8 miliardi.
Dati nel complesso preoccupanti: nel 2023 in Italia aumenta anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Tra gli illeciti, nella Penisola continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), che si conferma sempre al primo posto tra i reati ambientali; ma a preoccupare è soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% che salgono al secondo posto. Al terzo posto con 6.581 reati la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti. Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato. Sono inoltre 378 i clan mafiosi censiti.>
Ufficio Comunicazione – Struttura di supporto al Commissario
Ten. Col. Alessio Tommaso Fusco
06/4665 7076-77