Nel novembre del 2019 il Parlamento europeo ha votato e ha dato mandato alla Commissione europea di assicurare e predisporre un piano affinché nel 2050 l’Europa possa essere il primo continente a impatto climatico zero; questo preciso impegno la Commissione lo ha tradotto nel piano denominato Green Deal europeo approvato dal Parlamento il 21 giugno del 2021 che prevede la riduzione entro il 2030 del 55 % delle emissioni e il raggiungimento della neutralità climatica nel 2050.
Da appena due anni quindi le politiche europee e nazionali dei singoli Stati Membri sono orientate in modo deciso verso questo traguardo che ha consentito già in ogni Paese di realizzare un ambiente più salubre per la vita degli uomini e delle donne sul Pianeta ma soprattutto di essere dei buoni antenati quindi lasciare alle generazioni future un ambiente con standard di vivibilità elevati.
Il Green New Deal è stato adottato a seguito della sottoscrizione avvenuta il 25 settembre del 2015 da parte di 193 Paesi Membri delle Nazioni Unite dell’Agenda 2030 che è costituita da 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs a cui a sua volta fanno riferimento 169 target associati da raggiungere entro il 2030.
Sicuramente le vicende geopolitiche che stanno sconvolgendo l’Ucraina e coinvolgendo l’Europa e il Pianeta intero attraverso anche i mutati flussi energetici e del grano che intaccano la vita di ogni cittadino, stanno influenzando la velocità con la quale si vorrebbero raggiungere gli obiettivi del Green New Deal.
D’altra parte, cercare di raggiungere la neutralità climatica da parte dell’Europa non è solo una questione di tutela e gestione delle risorse naturali per i nostri figli ma potrebbe consentire all’Europa come nei secoli scorsi di potere conseguire un vantaggio competitivo questa volta in termini di sostenibilità ambientale, sociale e economica rispetto a altre grandi aree d’influenza del Globo che sono impegnate nello sviluppo del PIL e non del BES.
Ho ritenuto necessario proporre questa premessa per dare valore e risalto all’opera che anche quest’anno HuTTE - l’Hub per la Transizione Tecnologica Ecologica propone alla Comunità scientifica nazionale e internazionale in occasione della XVII Edizione di RemTech - Hub Tecnologico Ambientale di Ferrara Expo.
Il Green New Deal per potere essere attuato necessita di azioni e pensiero anzi di azioni ispirate da un’analisi conoscitiva dei processi da realizzare, per cui proporre ogni anno attraverso una call più ampia possibile il meglio che la Comunità scientifica idea e sperimenta nei laboratori e divulgarlo a Ferrara nel corso della consueta tre giorni di settembre dove il fare si unisce e si cimenta con il pensiero, è un’attività e una passione che ci fa essere concreti e ci consente ogni anno di misurarci con la realtà e con i contesti dove le innovazioni devono trovare applicazione.
In questo senso i due autori sono autorevolissimi rappresentanti del fare attraverso la passione e del credo attraverso l’applicazione della Tecnologia quale strumento di trasformazione e creazione di nuovi prodotti e processi che questa volta devono servire a rendere più vivibile il nostro Pianeta e regolamentare l’uso delle risorse terrestri.
Quindi grazie al Prof. Vito Uricchio del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bari e alla Dott.ssa Geologa Silvia Paparella, Amministratore Delegato di Ferrara Expo per questa alta opera di condivisione e disseminazione del sapere tecnologico moltiplicatrice di dibattito che rappresenta con le decine di contributi di alto valore scientifico proposti il meglio che abbiamo nel nostro Paese per potere fare sostenibilità e quindi non fermarci ma continuare a svilupparci in modo più condiviso e più utile per conservare la vita sul nostro Pianeta Terra
Giuseppe Vadalà
Gen. B. CC – Commissario Unico per
la bonifica delle discariche