II relazione semestrale (giu- dic 2018)

La questione della bonifica e messa in sicurezza delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale oggetto della Sentenza dell’Unione Europea del 2 dicembre 2014 ha origine negli anni ‘70/’80 e ‘90 ed è una vicenda di sostenibilità ambientale che l’Italia nel suo complesso sta avviando a soluzione insieme al contributo dell’Unione Europea.

Gli anni ’70 e ’80 sono stati un periodo in cui nel nostro Paese, a seguito della continua spinta produttiva, si sono manifestati in modo chiaro i problemi connessi alla sovrautilizzazione delle risorse ambientali e territoriali, analogamente a quanto verificatisi in Europa ma anche nel resto delle Aree mondiali a maggior sviluppo economico e da alcuni decenni in modo più pressante anche nelle nuove aree quali Cina, India, Corea del sud, Brasile, Nigeria, Sud Africa e altre.

         Successivamente a detto periodo inizia a trovare applicazione, quale principio e presupposto concreto il concetto di “sostenibilità” per cui si definiscono le prime politiche di equilibrio ambientale.   Ad essere considerato quindi, non è solo il Prodotto Interno Lordo (PIL) quale indice di misura dello sviluppo economico, ma anche altri parametri econometrici ed “ecosostenibili” come il BES – Benessere Equo Sostenibile.

La Sentenza comminata dalla Corte di Giustizia Europea all’Italia il 2 dicembre 2014 è stata originata in quanto in quegli anni si smaltiva spesso “per necessità ovvero in modo irregolare in siti non idonei, che oggi, invece, devono essere confinati definitivamente e chiusi completamente al fine di  restituire i territori alla collettività. La Sentenza mira a chiudere, per sempre, una vicenda non più ripetibile e che nel corso del tempo  ha provocato rilevanti danni ambientali ed economici al nostro Paese.

Per queste motivazioni, l’Italia avviò già nel 1986 attraverso i Carabinieri Forestale (così riorganizzati dal 1° gennaio 2017) il “1^ Censimento delle cave abbandonate e delle discariche abusiveripetuto poi negli anni successivi per altre quattro volte (1996, 2002, 2008 e 2016). Si era compreso che, accanto alla questione delle piogge acide, degli incendi boschivi, delle costruzioni abusive,  il territorio nel suo complesso (boschi, parchi, aree rurali) era seriamente minacciato anche dall’eccessivo numero di discariche abusive e di cave abbandonate avviate in modo incontrollato e dalle nefaste interazioni che potevano intercorrere tra i due sistemi.

La realizzazione nel 1988 di una pubblicazione specifica della “Collana verde” dal titolo “Il 1° Censimento delle cave abbandonate e delle discariche abusivedei Carabinieri Forestale evidenzia come la sensibilizzazione sulla problematica fosse stata per tempo avvertita. Già alla fine degli anni novanta quindi la conoscenza del fenomeno veniva interpretato dai Carabinieri Forestale come indifferibile servizio di tutela ambientale del nostro Paese.

La chiusura delle 58 discariche abusive (divenute 52 dopo la bonifica delle prime 6 avvenuta con la 5° semestralità del 2 giugno 2017) affidate con nomina del Governo del 24 marzo 2017 (Decreto registrato alla Corte dei Conti il 18 aprile 2017) al Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale ha sottolineato la conferma del principio che “per necessità non è possibile smaltire in modo non idoneo e si deve provvedere quindi a rendere coerente il contesto irregolarmente manomesso con la normativa prevista, attraverso l’azione di bonifica o messa in sicurezza.

Il Consiglio dei Ministri ha affidato, successivamente,  il 22 novembre 2017 ulteriori 22 siti al Commissario che si aggiungono a quelli già assegnati il 24 marzo 2017 per un totale di 74 siti. Il 2 dicembre 2017 sono stati trasmessi a Bruxelles, per il pertinente esame, n. 9 siti con  i relativi dossier ed il 12 marzo 2018[1] è stata data comunicazione della fuoriuscita dalla procedura degli stessi, per cui alla VI semestralità (2 dicembre 2017) i siti da bonificare rimangono n. 65, con una penalità da riconoscere alla UE di € 14.200.000 con un economia effettiva di € 1.800.000 rispetto alla semestralità precedente (02 giugno 2017).

  L’obiettivo finale può essere raggiunto solo attraverso l’unione delle volontà e degli sforzi convergenti dell’Unione Europea, degli Enti Territoriali (Comuni, Province, Regioni), delle Istituzioni statali, della Magistratura, ma anche delle Associazioni.

L’impegno del Commissario, attraverso l’apporto del Governo, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e nonché di quello decisivo dell’Arma dei Carabinieri, che è intervenuta con proprie risorse umane, economiche e logistiche per fare fronte a questa missione, è quello di bonificare e porre in sicurezza tutte le discariche abusive al fine di restituirle alla collettività in tempi celeri. Tale missione non può prescindere dall’operare correttamente,  nell’interesse del nostro Paese e dell’Unione Europea, la quale è chiamata a sollecitare a risoluzione i Paesi Membri nel rispetto delle normative e per l’adeguamento delle difformità presenti.

Per l’ausilio alla sua azione è stato realizzato un sito web (http://commissariobonificadiscariche.governo.it), grazie anche  all’intervento prezioso della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con l’apertura alla rete delle informazioni,  si intende pubblicizzare e sensibilizzare sulle attività e le operazioni avviate convinti che, la trasparenza, la conoscenza, la pubblicità delle azioni siano condizioni indispensabili per allargare la partecipazione delle Comunità e delle Associazioni, al fine di migliorare il processo decisionale dell’Ufficio del Commissario e avvicinare ulteriormente i cittadini alle Istituzioni.

Il sito ripercorre sinteticamente la storia di questa vicenda: le azioni sinergiche, le normative di riferimento, le funzioni proprie del Commissario. Esso illustra, nel dettaglio la situazione attuale e le operazioni che si stanno ponendo in essere per la risoluzione dei singoli casi. Esso è stato realizzato secondo l’architettura prevista dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a cui vanno i ringraziamenti del Commissario e della propria struttura in particolare, all’Ufficio Informatica e Telematica del Dipartimento per i Servizi strumentali della Presidenza per la collaborazione offerta. In tal modo si intende quindi, oltreché corrispondere alle esigenze e ai dettami normativi della massima trasparenza al fine della regolarità dei processi e delle procedure, aprire e offrire a tutti i soggetti attori e collaboratori di questo processo ma soprattutto ai cittadini uno spazio di conoscenza, dibattito, scambio di esperienze, approfondimenti e controllo sulle tematiche e contesti che si stanno affrontando.

Attraverso la redazione del cronoprogramma dettagliato, dei rilievi fotografici, delle  cartine geo-referenziate, di schede operative puntualmente compilate nonchè di moduli geografici informativi dei territori in cui si opera, si vuole elencare tutte le attività poste in essere come pure tutte le decisioni prese in collegialità con gli altri soggetti (Regioni, Comuni, Arpa) coinvolti. Chiunque vorrà, potrà documentarsi sulla vicenda, sulla struttura dell’Ufficio del Commissario e sulle partnership che il Commissario sta intraprendendo con la sottoscrizione di specifici protocolli.

 

Dopo oltre un anno dalla nomina del Commissario si intende testimoniare come la complessità del fenomeno e l’inerzia di alcuni processi di bonifica e messa in sicurezza, che sono stati messi definitivamente in moto anche per il tramite delle azioni di coordinamento con i soggetti di riferimento (Regioni e Comuni). La stipula di otto differenti protocolli con altrettante stazioni appaltanti e i sei condivisi con i Comuni,  la firma di altri nove protocolli tra cui quello di legalità con il Ministero dell’Interno, quello con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.A.C.) e quello in via di sigla con  il Sistema Nazionale di Protezione Ambiente (ISPRA – Arpa), hanno dato spunto operoso all’immobilità e passività dei processi amministrativi. Purtuttavia resta ancora lungo e oneroso il lavoro da compiere alla luce delle criticità stratificate riscontrate nelle diverse e disomogenee realtà del Paese.

Si è messo in moto, per ciascuno dei 80 siti assegnati, il processo di messa in sicurezza in modo da contrapporre  il “fare veloce ma correttamente” alle inerzie e carenze di organizzazione riscontrate.

Alla luce di questa filosofia e incentrando la mission sul “risanamento dei territori manomessi”, le operazioni di bonifica vengono processate secondo uno schema organizzato, articolato e collaudato:

  • l’analisi dei rilievi fotografici del sito di discarica e dei territori e aree limitrofe allo stesso;
  • lo studio della documentazione prodotta precedentemente, anche al fine di redigere una cronostoria operativa, esecutiva e amministrativa-contabile di ciascuna discarica;
  • la creazione di rapporti di fiducia e operatività con le Stazioni Carabinieri insistenti sui luoghi, nonché con le altre Strutture info-investigative (Nuclei Carabinieri Operativo Ecologico);
  • l’esame attento, regolare e necessario dei soggetti coinvolti;
  • il controllo dell’iter amministrativo da porre in essere;
  • la determinazione dei ruoli e dei compiti per ciascun soggetto coinvolto, sia esso privato (Direttore Lavori) sia pubblico (Responsabile Unico del Procedimento);
  • l’assiduo approfondimento delle situazioni, circostante e contesti in cui si opera;
  • la collaborazione con i Comandi Stazione dei Carabinieri.

 

Tutte queste operazioni sono riassunte, per ogni sito, nella compilazione delle schede realizzate ad hoc:

 

  • operative;
  • o.s.s.i.r. (fascicolo siti smaltimento illecito rifiuti);
  • geografiche.

Tale sistema permette di costruire un più efficace supporto tecnologico, strumentale all’attività operativa effettuata, costituendo una banca dati in evoluzione. In tal modo, attraverso la rappresentazione virtuale, si avrà, costantemente aggiornato, uno “stato dell’arte” del proprio lavoro e dei plurimi contesti così da:

  • ottimizzare le risorse disponibili,
  • effettuare un controllo territoriale più efficace,
  • predisporre una conduzione più decisa,
  • agire costantemente in maniera sinergica con gli organismi centrali e periferici,

disponendo puntualmente e di volta in volta, di uno approccio operativo più snello, chiaro  e adeguato, continuamente a supporto delle decisioni e delle operatività.

A più di un anno dall’inizio di questa missione e dalla nomina del Commissario, si può affermare che si è messo  a punto un metodo di lavoro operativo idoneo, utile e indispensabile ad affrontare tutte le criticità rilevate. Una metodologia che unisce prevenzione  gestione, raccolta informazioni e management delle stesse, condivisione e rispetto dei tempi, cronoprogramma e cooperazione, riunioni operative e sopralluoghi, incontri strategici e colloqui direzionali, questo criterio, applicato sito per sito, valorizzando i contributi del territorio e le informazioni info-investigative attinte, ha creato un agire snello e flessibile con funzioni che possono essere di prossimità ai Comuni e di collegamento tra essi e le Regioni. I protocolli stilati e la collaborazione attivata con gli organismi nazionali e locali,  rappresentano  strumenti efficaci e indispensabili per l’interlocuzione tra soggetti di prossimità e vertici della Pubblica Amministrazione.

Decorsi oramai 15 mesi dalla nomina del Commissario (marzo 2017) il lavoro fino ad ora svolto, anche grazie alla collaborazione del Ministero dell’Ambiente e  della Struttura di Missione delle Infrazioni Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha portato alla fuoriuscita dalla procedura di n. 15 discariche abusive, a cui si dovrebbero aggiungere le 13 bonificate e proposte per l’espunzione dall’infrazione nella richiesta dello scorso 2 giugno 2018, per un totale complessivo di 28 siti. Tutto ciò ha prodotto un risparmio sulla penalità inflitta all’Italia pari a:

  • 5^ semestralità: 6 discariche bonificate per un risparmio sulla sanzione pari ad € 2.400.000 (€ 1.200.000 ogni semestre),
  • 6^ semestralità: 9 discariche bonificate per un risparmio sulla sanzione pari ad pari ad € 3.600.000 (€ 1.800.000 ogni semestre),
  • 7^ semestralità (dossier al vaglio della Commissione ed ancora in approvazione): 13 discariche bonificate per un risparmio sulla sanzione pari ad pari ad € 5.200.000 (€ 2.600.000 ogni semestre)

Per un totale di risparmio sulla sanzione annua da pagare di  € 11.200.000.

Il procedimento applicato appare quindi valido, legittimo e necessario per la realizzazione dell’incarico affidato al Commissario ovvero, citando la sentenza della comunità Europea:

  • (i) assicurare che nei siti in questione non siano più depositati rifiuti;
  • (ii) catalogare e identificare i rifiuti pericolosi;
  • (iii) attuare le misure necessarie per assicurare che i rifiuti nei siti non mettano in pericolo la salute dell’uomo e l’ambiente. Pertanto svolgere analisi per verificare se i rifiuti abbiano contaminato il sito e se sia dunque necessario effettuare quanto prevede la pertinente normativa italiana /(messa in sicurezza e/o bonifica e/o rispristino).

Pertanto per poter concludere che una discarica è stata oramai regolarizzata, la Commissione ha bisogno di ricevere informazioni chiare, che le consentano di verificare, per ciascuna discarica, il soddisfacimento dei sopra indicati requisiti i) e iii) nonché, qualora rilevi, del sopracitato requisito ii).

[1] F.n. DPE – 0002396 p-12/03/2018 della Presidenza del Consiglio Dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Europee – Struttura di Missione per le Procedure di Infrazione.

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