Il Piano costituisce lo strumento attraverso il quale sistematizzare e descrivere la strategia di prevenzione del fenomeno corruttivo frutto di un processo di analisi dell’organizzazione e del contesto (interno ed esterno all’organismo), di determinazione del rischio (risk management), di identificazione e successiva attuazione delle misure di trasparenza adottate (codice di comportamento, segregazione delle funzioni, attività di prevenzione, protocolli, insussistenza di cause di incompatibilità, obblighi di comunicazione e di astensione, istituzione di un registro d’accesso, il whistelblowing) nonché monitoraggio delle specifiche valutazioni ed interventi organizzativi volti a prevenire il rischio e il “malaffare”.
L’istituto del whistleblowing sta dimostrando in Italia grande vivacità con l’andamento esponenziale delle segnalazioni e delle istruttorie, il sistema informatico garantisce riservatezza e sicurezza e affidabilità e ciò è sinonimo di lotta ai comportamenti di “maladministration”.
La prevenzione alla corruzione e i relativi impianti normativi vigenti sono oramai in fase di metabolizzazione fisiologica sotto il profilo culturale del paese, ciò significa che in primis le amministrazioni pubbliche hanno capito che devono utilizzare lo strumento legislativo per far fronte a questo cambiamento culturale, e nello specifico, questa struttura crede molto nel Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) avviato dall’ANAC e fatto proprio con il Piano Triennale (PTCP) che rappresenta il perno dell’attività di prevenzione strutturato in modo da essere attento alle specifiche della nostra realtà, ai rischi e alle possibili misure per sterilizzarli.