III relazione semestrale giu-dic 2018

Possiamo, per questa relazione (luglio-dicembre 2018) che abbiamo predisposto  per la trasmissione all’attenzione del Parlamento, dei Ministeri competenti, dei decisori e degli attori interessati alla questione delle discariche abusive oggetto di sanzioni dell’UE, iniziare dalla fine”, cioè dal convegno, ampiamente partecipato, svoltosi il 4 dicembre 2018 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani in Senato e organizzato dalla Presidente della 13^ Commissione del Senato Territorio, Ambiente e Beni Ambientali e dall’Ufficio del Commissario, che ha visto discutere insieme collegialmente sull’importanza del tema, moderati dal giornalista della “Nuova Ecologia” Enrico FONTANA, il Sottosegretario di Stato all’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Salvatore MICILLO, il Presidente, appunto, della 13^ Commissione del Senato Territorio, Ambiente e Beni Ambientali, Vilma MORONESE, il Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Eugenia PONTASSUGLIA, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni NISTRI, il Direttore dell’Istituto Superiore di Sanità Pietro COMBA ed il Commissario Straordinario alle bonifiche Giuseppe Vadalà. Nell’approfondito dibattitto e nelle puntuali analisi effettuate da tutti i relatori è stato ribadito come tale tema sia uno degli argomenti strategici del Paese, in quanto trattare di risanamento territoriale, con origini, per di più, non da cause naturali, ma da precise e accertate genesi antropiche, colpose o dolose, debba preoccupare e interessare tutti noi per evitare in futuro quanto successo. 

E’ apparso necessario e indispensabile da parte di tutti i relatori:

  • realizzare le fondamentali azioni risanatrici,
  • colpire le responsabilità degli inquinatori,
  • perseguire i reati di corruzione esistenti,
  • bloccare le infiltrazioni criminali accertate,

ed in definitiva, proporre adeguate e possibili soluzioni che evitino il ripetersi di tali gravi dissesti economico-ambientali per il nostro Paese.

Il vulnus, che ha dato origine all’infrazione europea nel 2003, alla prima sentenza del 2007 e poi alla seconda sentenza della Corte di Giustizia Europea con l’inizio del pagamento della sanzione dell’Italia all’Unione Europea per i 200 siti di discarica abusivamente realizzati, il 2 dicembre 2014, ci consente di proporre due considerazioni:

  1. pur valutando l’emergenza che molte Amministrazioni comunali hanno dovuto gestire negli anni ’70, 80 e anche 90 relativa allo smaltimento dei rifiuti, è stato grave l’errore e gravissime le conseguenze di reperire siti e aree naturali, senza condizioni di esercizio di questa particolare attività, per  sversare rifiuti, spesso  non solo di Rifiuti Solidi Urbani, ma anche speciali. Si è agito su zone anche pregevoli territorialmente che non avrebbero potuto contenere e limitare nel tempo gli inquinamenti ma che, nel lungo periodo, avrebbero rilasciato percolati con i conseguenti pericoli per la salute umana e la salubrità ambientale;
  1. la realizzazione di questi siti è stata scoperta allora, per la prima volta nel 1986 e poi attraverso quattro successivi monitoraggi (1996, 2002, 2008 e 2016) dal Corpo Forestale dello Stato, oggi, Carabinieri Forestale, che hanno effettuato queste attività proprio per prevenire, scoprire, attenzionare, accertare per tempo le responsabilità e in ultima analisi, rimediare alle manomissioni abusive delle aree; questa prima attività di visione preventiva, cura e verifica del territorio è antesignana di quella odierna richiestaci dall’Unione Europea ovvero rimediare ai danni prodotti, risanare il territorio e limitare i siti abusivi di discariche e, come sottolineato dal Sig. Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa, contenere ed evitare il ripetersi di ulteriori “Terre dei Fuochi”.

Per cui il lavoro fin qui compiuto nei primi 22 mesi del mandato governativo di Commissario Straordinario (24 marzo 2017 – 31 gennaio 2019) di:

  • 28 siti già bonificati o messi in sicurezza e ulteriori 8 siti per i quali si attende risposta dalla DG-Ambiente della UE entro il prossimo aprile 2019;
  • € 11.200.000,00 di sanzione annuale risparmiata fino a questo momento;
  • almeno 20 siti per i quali si sta lavorando come da cronoprogramma per farli fuoriuscire dalla procedura di contenzioso nel 2019 e poi per concludere la regolarizzazione, degli ulteriori e ultimi, 26 nei due anni successivi (2020-2021) portando a conclusione, entro il secondo semestre 2022, la procedura di infrazione;
  • 20 informative inviate a 11 Procure della Repubblica competenti territorialmente;
  • 28 protocolli siglati di cui 13 con altrettante Stazioni appaltanti;
  • € 120.000,00 impiegati per spese di funzionamento sostenute nella maggior quota dall’Arma dei Carabinieri;
  • € 2.100.000,00 spesi dalla somma finanziaria messa a disposizione dal Ministero dell’Ambiente di cui € 110.000.000,00 gestiti attraverso il Conto di Contabilità Speciale e altri € 90.000.000,00 gestiti dalle Regioni ma il cui impiego è autorizzato dal Commissario.

Tutti questi dati ci possono aiutare a proporre tre riflessioni:

 

  • la prima - le bonifiche è possibile attuarle: d’altra parte l’Ufficio del Commissario non è il solo ad operare in questo senso ma soprattutto il Ministero dell’Ambiente attraverso i 41 S.I.N. (Siti d’Importanza Nazionale) per gli oltre 167.000 ettari di superficie e le Regioni con oltre 22.000 discariche da bonificare attraverso i S.I.R. (Siti d’Importanza Regionale) sui quali per oltre la metà sono in svolgimento i lavori, secondo gli ultimi dati dell’ISPRA (Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale). Da tale analisi possono riconoscersi i presupposti operativi e “concettuali” nell’azione sinergica da porre in atto con tutti i soggetti interessati e soprattutto attraverso l’apporto del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, riconosciuto anche dalla DG-Ambiente della UE come fattore preminente. I presupposti operativi chiari, necessari e doverosi sono:
    • un centro efficiente di convergenza, organizzatore di tutte le attività da espletare e attuatore delle decisioni, è la condizione indispensabile per l’azione di impulso;
    • l’azione di accertamento delle responsabilità da affiancare all’azione realizzativa è indispensabile per “sbloccare” gli iter amministrativi e i soggetti refrattari all’azione bonificatrice e colpire i soggetti inquinatori;
    • l’azione fondamentale è anche il continuo e costante controllo dei territori, dei siti e dei lavori da realizzare anche attraverso la costituzione di una specifica Banca Dati;
  • la seconda - quando i lavori sono effettuati sul territorio sulla base di fondi assegnati da Ente terzo, nel caso di questa missione lo Stato attraverso il CIPE, risulta importante verificare de visu e in situ, attraverso sopralluoghi, riunioni, e contatti, quanto effettuato e quale sia lo stato dell’arte, per garantire la buona riuscita di quanto programmato in precedenza;
  • la terza - questa missione è stata possibile avviarla, sin dall’inizio in modo veloce e idoneo nei risultati fino ad ora raggiunti, grazie al supporto dell’Arma dei Carabinieri che sin da subito ha sostenuto, con risolutezza e impulso, la missione. Ne è controprova la  nomina di vertice del Commissario e affiancando ad esso i 11 militari che compongono appunto la task-force, (di cui tre Ufficiali). Grazie a questo sostegno si è potuto svolgere con notevole qualità sia le attività di accertamento che di prevenzione dei reati come anche delle infiltrazioni presenti,  sia quella realizzativa per una sicura e regolare effettuazione delle procedure di gara e svolgimento dei lavori, sia quella divulgativa, di sensibilizzazione, relazioni e trasparenza delle procedure adottate. Si è potuto contare inoltre sempre sul costante supporto logistico, operativo e informativo dei Comandi territoriali e di quelli della Specialità dell’Arma dei Carabinieri che ha consentito di aumentare la velocità degli accertamenti e degli esiti e i livelli di sicurezza necessari. E’ da evidenziare come a conclusione dei processi di bonifica o messa in sicurezza sui singoli siti, viene inviata, ai Comandi dell’Arma e alle Prefetture territorialmente competenti, una nota con la quale si evidenzia la necessità di attivare un controllo quale obiettivo sensibile delle discariche “regolarizzate” al fine di evitare il reiterarsi di sversamenti incontrollati o pericoli per le aree normalizzate.

 

Per concludere nel ribadire ciò che è richiesto da questa nostra missione ovvero, citando la sentenza della comunità Europea:

  • (i) assicurare che nei siti in questione non siano più depositati rifiuti;
  • (ii) catalogare e identificare i rifiuti pericolosi;
  • (iii) attuare le misure necessarie per assicurare che i rifiuti nei siti non mettano in pericolo la salute dell’uomo e l’ambiente. Pertanto svolgere analisi per verificare se i rifiuti abbiano contaminato il sito e se sia dunque necessario effettuare quanto prevede la pertinente normativa italiana /(messa in sicurezza e/o bonifica e/o rispristino),

appare chiaro come queste riflessioni, spunti e verifiche della condotta eseguita nonché i risultati ottenuti e le condizioni da soddisfare richieste dalla Comunità Europea, possono, a nostro avviso,  essere la base concettuale ed operativa applicabile, quale modus operandi, anche per le altre realizzazioni di bonifica o messa in sicurezza da effettuare nei prossimi anni sul territorio nazionale.

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