DAGLI ANNI ‘70/’80 AD OGGI
La questione della bonifica delle discariche abusive oggetto della sentenza dell’Unione Europea del 2014 ha avuto origine nel nostro Paese negli anni ‘80 ed è, oggi come altre, una vicenda di sostenibilità ambientale e di buon uso del territorio che l’Italia nel suo insieme sta avviando a soluzione attraverso l’apporto e il supporto della Commissione Europea.
Come è noto infatti gli Anni '80 sono stati il periodo in cui nelle Aree mondiali a maggior sviluppo economico sono iniziati a manifestarsi e ad apparire chiari i problemi connessi alla sovra utilizzazione delle risorse ambientali, territoriali e agroalimentari a seguito della spinta produttiva e manifatturiera. Iniziò quindi a trovare fondamento e applicazione il concetto di “sostenibilità”, così come iniziarono a definirsi le prime politiche in tal senso facendo convergere le direttive produttive e ambientali. L’idea di sviluppo non fu più “a ogni prezzo” o “indefinito” o “assoluto”: il solo PIL non fu più l'unica misura dello sviluppo economico ma si cominciarono a considerare parametri "ecosostenibili" sintetizzabili oggi nell’indice definito BES-Benessere Equo Sostenibile-, o anche altri metodi di misurazione comprensivi di più valori.
Questo breve richiamo a vicende storiche del nostro recente sviluppo è utile per ricordare il contesto in cui il Corpo Forestale dello Stato (oggi Arma dei Carabinieri) nel 1986, anno di costituzione in Italia del Ministero dell’Ambiente, avvio' il “1° Censimento delle cave abbandonate e delle discariche abusive”, ripetuto poi negli anni per altre tre volte (1996, 2002 e 2016). Si era infatti compreso che accanto alla questione delle piogge acide, degli incendi boschivi e delle costruzioni abusive, il bosco, i territori montani e rurali, la natura, il paesaggio nel suo complesso erano seriamente minacciati anche dall’eccessivo numero di discariche abusive e di cave abbandonate aperte in modo incontrollato, e si cominciò a far fronte all'emergenza avviando monitoraggi per quantificare il fenomeno e poter porre in essere le conseguenti azioni.
La realizzazione nel 1988 di una pubblicazione specifica dell’allora “Collana verde”, dal titolo “Il 1° Censimento delle cave abbandonate e delle discariche abusive”, predisposta ad hoc per evidenziare e pubblicizzare l’azione di monitoraggio che era stata avviata, sintetizza quanto sopra e la copertina e l’introduzione che qui richiamiamo, rappresentano l’azione intrapresa negli Anni ’80 al fine della conoscenza del fenomeno quale servizio di tutela ambientale del nostro Paese.
La vicenda, quindi, delle 57 discariche abusive affidate al Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale, nominato dal Governo nella seduta del 24 marzo 2017, ha questo significato: chiudere e portare a definizione questo caso protrattosi indubbiamente nel tempo, ponendo come punto fermo il concetto per cui "per necessità" non solo non è più possibile edificare ma nemmeno smaltire in modo non idoneo.
Per questo è necessario rendere coerente il contesto irregolarmente manomesso con la normativa prevista, attraverso l’azione di bonifica.